Invisible cities, le città raccontate dai suoni
“Alle volte mi basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s’incontrano nel viavai, per pensare che partendo di lì metterò assieme pezzo per pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d’istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie.” (da Calvino, Le città invisibili)
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Commissionata nel 2002 dalla Queen University di Belfast per il Belfast Festival at Queen, Invisible Cities è una “compilation” di sound art territoriale che propone originali ritratti sonori delle città prescelte dagli autori: dalla pioggia di Berlino di Stephan Mathieu ai suoni dei pendolari di New Delhi del Raqs Media Collective, e poi ancora Taylor Deupree e le sue registrazioni dell’11 Settembre 2002 a New York, o i rumori della bicicletta di Frans De Waard a Nijmegen.
L’installazione originale – in viaggio grazie al supporto del British Council – prevedeva una grande mappa su cui ogni città, rappresentata da un file audio della durata di cinque minuti, era accessibile attraverso l’uso di cuffie. Nella versione online il passaggio da un panorama sonoro all’altro è ancora più fluido, lasciando spazio alle suggestioni innescate dall’ascolto delle registrazioni dei vari artisti.
Tutte le tracce si possono scaricare liberamente in mp3, per viaggiare sulle onde del suono da un ambiente acustico all’altro.
S.S.