Home Cos'è Chi siamo Richiesta Informazioni Contattaci Mailing List

Archivio di luglio 2007

Invisible cities, le città raccontate dai suoni

mercoledì 18 luglio 2007

“Alle volte mi basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s’incontrano nel viavai, per pensare che partendo di lì metterò assieme pezzo per pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d’istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie.” (da Calvino, Le città invisibili)

Microfono.jpgMicrofono.jpgMicrofono.jpg

Commissionata nel 2002 dalla Queen University di Belfast per il Belfast Festival at Queen, Invisible Cities è una “compilation” di sound art territoriale che propone originali ritratti sonori delle città prescelte dagli autori: dalla pioggia di Berlino di Stephan Mathieu ai suoni dei pendolari di New Delhi del Raqs Media Collective, e poi ancora Taylor Deupree e le sue registrazioni dell’11 Settembre 2002 a New York, o i rumori della bicicletta di Frans De Waard a Nijmegen.

L’installazione originale – in viaggio grazie al supporto del British Council – prevedeva una grande mappa su cui ogni città, rappresentata da un file audio della durata di cinque minuti, era accessibile attraverso l’uso di cuffie. Nella versione online il passaggio da un panorama sonoro all’altro è ancora più fluido, lasciando spazio alle suggestioni innescate dall’ascolto delle registrazioni dei vari artisti.

Tutte le tracce si possono scaricare liberamente in mp3, per viaggiare sulle onde del suono da un ambiente acustico all’altro.

S.S.

Un racconto bellissimo

martedì 3 luglio 2007

Rdcnews_foer1.JPGRdcnews_foer2.jpgFoer

Ho letto un racconto bellissimo, non capita così spesso, per questo ve lo volevo segnalare.

Parla di un uomo che perde la parola. (In modo misterioso o forse, semplicemente, che non ho ben capito). E allora per comunicare va in giro con un blocco di fogli bianchi in cui scrive i suoi messaggi al mondo, poi facendo forward e rewind con quei fogli: “vorrei due panini”; “aiuto”; “ah ah ah”. E ogni tanto solleva i palmi delle mani dove ha fatto tatuare “sì” e “no” (biblico!).

È un racconto che ho trovato straordinario. Mi piacerebbe avere la vostra opinione al riguardo. Solo che non è un racconto! Va da pagina 29 a pagina 47 del nuovo romanzo di Jonathan Safran Foer: Molto forte, incredibilmente vicino (Guanda 2007).

A quel punto ho letto anche il romanzo, naturalmente, che è bello, con pagine di talento perfetto, ma in cui quel racconto, continuando, si perde un po’, si adegua alla trama che deve pur proseguire. (Forse Editori & C. avranno fatto un po’ di fretta all’autore che, con il suo esordio [n.d.r. Ogni cosa è illuminata, Guanda 2002], aveva sbancato sul doppio piatto di critica e pubblico?).

Sul contenuto del libro dirò solo che il protagonista è un bambino tanto simpatico quanto geniale e che ha come cupo scenario la tragedia delle Torri Gemelle. Motivo per cui lo volevo leggere. Sempre sull’11 Settembre si attende a breve la traduzione dell’ultimo De Lillo.

L.S.

P.S.: Foer compare anche in United Stories of America (Minimum Fax 2007): ovvero un’antologia di quelle che sono considerate le migliori promesse U.S.A. in fatto di racconto. (Un po’ i Louis Hamilton delle short stories). Non sarebbe male darci un’occhiata…


Per un corretto funzionamento questo sito utilizza i cookie, proseguendo la navigazione accetti il loro utilizzo (visualizza Privacy Policy completa) | CHIUDI